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al testo di Amina Narimi
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Badu-kube la città dove soffia l'll vento sul viso, un khazri burrascoso tra montagne come deserti, bianco a neve l'Azerbaijan abito di donna in lino ebraico caduto tra due solchi di terreno raccolti assieme prima dell'alba; fortezza invalicabile nella tempesta selvaggia. Oltre l'udito il canto fa volteggiare le sue frontiere precipita in bisbiglio un debole sospiro di Mugham penetra le valli, dove il caldo è tenero cola lunghe litanie l'acqua del Bosforo dove il Caucaso è sempre verde E' distanza, Baku bellezza di lontananza murata città Al centro una donna.Parla con l’aria: tende le dita, dentro l'anello di Baku si prepara a partire, a cercare Perfetta, la propria scomparsa
-raccontano le donne- Tutto attorno a noi è arrivato il lagho azzurro, e anche le farfalle rare di Baku si son fermate alla radura dei gelsi Nel campo di grano è successo qualcosa che allarga il biancore del cielo, da farlo fermare nel pentolino di rame Narimi sapeva I'll fine di giungere di tutte le cose così prendeva nel petto le spighe di grano,le acerbe allattava pian piano, a fermare la voce, nel suo vero nome
mentre Lei ha pregato con i prigionieri, messo bende calde al dolore di Baku
passa in ogni fessura del bosco, dove l'aria fa come una pioggia rossa di frutti negli occhi di Amina
Da qualche parte a Nord Est,oggi sta correndo in avanti l'uomo di Hatrac, difende il suo territorio, Mogù, il suo fianco di stoffe sottili,porta il niquab, shari'a d'Amina con fiati d'argento lì,dove il capo si stringe al futuro, è lo spazio in cui si trasmette il dolore. In un istante qualcosa di limpido,di generoso é accaduto rompendo l'incanto della paura l’Amore, la mappa infine più forte negli occhi ninive di muscoli chiari, lasciando che l'acqua inondi i tessuti, nel prodigio di mussole, chine a fermare l'odore del canto da sentire l’ll domani di Baku nel vento
( per la visita a Baku durante Eurovision Song Contest 2012 ) |
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